I 5 falsi miti sulla protesi di ginocchio che creano ansia inutilmente
Quando si parla di protesi al ginocchio, circolano ancora tanti dubbi e paure, spesso alimentati da informazioni imprecise o esperienze personali raccontate in modo distorto. Il risultato? Tanti pazienti esitano a intraprendere un percorso che potrebbe realmente migliorare la loro qualità di vita. In questo articolo voglio sfatare 5 falsi miti che sento spesso nel mio ambulatorio, per aiutarti a scegliere con più consapevolezza e serenità.
- ❌ “Dopo la protesi non potrò più camminare normalmente”
✅ Falso. L’obiettivo della protesi è proprio restituire mobilità, autonomia e una camminata naturale. Dopo un periodo iniziale di fisioterapia, la stragrande maggioranza dei pazienti torna a camminare senza dolori e, in molti casi, meglio di prima dell’intervento.
- ❌ “La protesi dura solo pochi anni, poi bisogna rifarla”
✅ Falso. Le protesi moderne hanno una durata media tra i 15 e i 25 anni, e in molti casi anche di più. La longevità dipende da vari fattori: tecnica chirurgica, materiali, attività fisica del paziente e peso corporeo. Con una chirurgia precisa e un buon mantenimento, la revisione non è affatto scontata.
- ❌ “Avrò dolore cronico dopo l’intervento”
✅ Falso. Il dolore post-operatorio esiste, ma è temporaneo e viene oggi gestito in modo molto efficace con terapie personalizzate, tecniche di anestesia periferiche avanzate e chirurgia miniinvasiva. A distanza di qualche settimana, la maggior parte dei pazienti riferisce un netto miglioramento rispetto al dolore pre-operatorio.
- ❌ “Non potrò più fare sport”
✅ Falso. Dopo l’intervento si possono riprendere molte attività, sono consigliate soprattutto quelle a basso impatto: camminate, ciclismo, nuoto, pilates, yoga, trekking leggero. Gli sport da contatto o ad alto impatto sono da evitare, ma muoversi è consigliato e salutare per la protesi.
- ❌ “Sono troppo giovane per una protesi”
✅ Falso. L’età non è più un limite rigido. Oggi si valuta la qualità della vita, non solo la carta d’identità. Se un paziente soffre, non riesce più a lavorare, muoversi o vivere serenamente, la chirurgia può essere una soluzione anche a 50 o 55 anni, soprattutto con impianti personalizzati e tecnologie robotiche che consentono una più efficace personalizzazione dell’impianto protesico.
Conclusione
Le informazioni errate possono rallentare o ostacolare un percorso di cura che potrebbe cambiare in meglio la vita di molti pazienti. È importante affidarsi a specialisti aggiornati, parlare apertamente dei propri timori e affrontare il tema della protesi con lucidità e realismo.
👉 Sconfiggere i falsi miti è il primo passo per tornare a camminare senza paura.